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PER INVECCHIARE MEGLIO, USIAMO BENE I FARMACI

"I farmaci prescritti all'anziano sono in grado di preservare il migliore stato di salute e di qualità di vita che è possibile raggiungere a una determinata età"? Aiutaci a trasformare questa domanda in una realtà. Il tuo contributo alla nostra ricerca è prezioso!

Nell'ultimo secolo l'aspettativa di vita è salita dai 40 agli 80 anni e la probabilità di raggiungere i 65 anni è aumentata fino oltre il 90%.
Questi dati sono davvero sorprendenti se si considera che si sono raggiunti in soli cento anni. Quale fenomeno abbia determinato un tale aumento della longevità non è definito ma l'ipotesi più condivisa è che lo straordinario allungamento della vita, che stiamo vivendo nel mondo occidentale, sia il risultato degli enormi cambiamenti prodotti dall'uomo sull'ambiente.
Riflettendo sulla questione, non ci sorprende che il rischio di morire giovani a causa di carestie, intossicazioni o malattie infettive, sia molto limitato. Protetti da queste calamità, quasi tutti raggiungiamo la mezza età; se poi consideriamo che il progresso della medicina e della tecnica ha prodotto strumenti sempre più efficaci nel contrastare le malattie e le disabilità, ecco che viviamo ancora più a lungo.

In questo processo, l'uso del farmaco ha conquistato e tuttora mantiene, un ruolo primario. Tanto che a 65 anni, oltre il 60% degli occidentali soffre di uno o più disturbi cronici, ha in tasca un portapillole con almeno 2 farmaci e ha segnata sul calendario una lunga lista di controlli e analisi da fare. Tutto ciò è mirato a ritardare i danni permanenti e le limitazioni fisiche, dovuti all'invecchiamento. Sebbene sia indiscutibile l'efficacia dei diversi farmaci nel curare i singoli danni che insorgono con l'avanzare dell'età, negli ultimi anni suscita grande preoccupazione il crescente numero di prescrizioni di farmaci o "politerapia".
Gli specialisti geriatri, per primi, si stanno occupando di questo problema attraverso un efficace lavoro clinico e divulgativo che ha notevolmente migliorato la pratica prescrittiva. Tuttavia ciò che è ancora trascurato è il potenziale impatto della politerapia sulla qualità di vita (QoL) percepita dall'anziano. L'elevato numero di farmaci prescritto all'anziano è sempre in grado di preservare "il migliore stato di salute che è possibile raggiungere ad una data età"? In questo contesto il nostro lavoro di analisi delle politerapie, condotto in un campione di pazienti anziani e di anziani a domicilio, sta fornendo le basi teoriche necessarie a svelare le criticità della politerapia che possono alterare la QoL dell'anziano, contribuendo all'insorgenza o alla progressione dello stato di fragilità e di perdita dell'autonomia.

La nostra professione di esperti del farmaco, con il progetto QUELYPHARM, partecipa all'indagine europea dell'impatto del farmaco sulla fisiologia del corpo dell'anziano. Da questa indagine stanno emergendo risultati che coinvolgono direttamente gli anziani, ma anche i professionisti sanitari impegnati nella gestione della politerapia. Per questo condividiamo i risultati del nostro lavoro divulgando semplici regole di corretto uso del farmaco e offrendo l'opportunità di collaborare alla nostra ricerca con sondaggi e games che rivelino i disagi dovuti all'uso del farmaco

un racconto di
Piera Ghi
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

24 febbraio 2017

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