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Quando tagliarsi i capelli? Fasi lunari e attività umane nelle Alpi occidentali

L’osservazione della luna ha da sempre avuto grande importanza per l’umanità, così come il legame tra le attività umane e il calendario lunare. L’influenza delle varie fasi lunari ha condizionato il lavoro degli esseri umani, ma è ancora attuale? Qual è, per esempio, il momento giusto per tagliarsi i capelli?

La conoscenza e l’interpretazione del cielo e della luna ha rivestito (e in parte lo fa ancora) una grande importanza per le culture di ogni parte del mondo, generando una miriade di credenze e denominazioni linguistiche. Tuttavia, di questo patrimonio, solo una minima parte è ancora presente nel repertorio culturale delle varie comunità e le attestazioni, relative a questo settore del lessico, sono sempre più rare o datate, sia a causa della complessità e della vastità dell’argomento, sia per la difficoltà di raccontare e spiegare un sapere divenuto mutevole e ormai residuale.

L’ALEPO (Atlante Linguistico ed Etnografico del Piemonte Occidentale) ha raccolto, negli anni 1980-90, parte di queste conoscenze tra le comunità alpine di parlata occitana e francoprovenzale del Piemonte: tra gli argomenti del questionario proposto in 42 località, si trova infatti una sezione dedicata al lessico astronomico e alla luna che spazia dalle denominazioni delle diverse fasi lunari fino all’influenza che la luna ha sugli esseri umani e sulle loro attività.
Questo forte legame è dovuto alle molte attività, non solo agricole, che sono condizionate dalle differenti fasi lunari: principalmente la semina degli ortaggi e dei cereali, il taglio e la conservazione della legna, la cura della vigna, la produzione del vino e il taglio dei capelli. Solitamente la luna vecchia o, secondo le diverse denominazioni, luna dura o luna buona, è considerata il momento migliore per svolgere la maggior parte di queste attività, anche se per seminare alcuni ortaggi come l’insalata o per tagliare alcuni tipi di legno, come il pino, bisogna aspettare la luna nuova (chiamata anche luna tenera, luna cattiva, luna morta).

Le risposte al questionario rivelano come l’influenza della luna entrasse perfino nella forgiatura del ferro, nel bucato, nella preparazione del burro e dei salami e nella tintura dei vestiti: le stesse attività, se svolte di luna nuova rischiavano di compromettere il risultato finale o la tenuta del lavoro. Anche se alcune eccezioni erano giustificate dal proverbio “luna nuova, tre giorni in prova” per cui durante i primi tre giorni del novilunio si potevano comunque fare le stesse attività senza pregiudicarne la riuscita. Nell’archivio dell’ALEPO, infine, non mancano contraddizioni o confusioni sul calendario lunare: talvolta alcune attività consigliate durante la fase crescente sono smentite da altri informatori come inopportune, oppure la durata della fase crescente e della fase calante non è sempre identificata chiaramente e spesso crea sovrapposizioni tra la denominazione dialettale e l’effettiva fase lunare.

In conclusione, tutto il materiale raccolto, comprese le incoerenze, testimonia comunque il profondo e complesso rapporto tra la luna e le attività umane e restituisce parte di quei saperi tradizionali delle comunità montane, spesso irrimediabilmente compromessi.


Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Paolo Benedetto Mas
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

11 luglio 2019

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